Addio pantofole, poltrona e relax. Meglio scacchi e sport. O magari un corso di giapponese. Chi aspetta la pensione per abbandonarsi all’ozio rimarrà deluso dai risultati di una ricerca pubblicata sulla rivista “Neurology” e curata da Valgeir Thorvaldsson dell’università di Göteborg.

Lo studio svedese ha osservato un rapido declino delle capacità cognitive degli anziani negli anni che precedono la morte. A calare sarebbe prima la velocità percettiva (circa 15 anni prima della morte), seguita dalle capacità di muoversi (8 anni prima) e di parlare (quasi 7 anni prima). Niente paura, però. Dalla ricerca emerge il fatto che l’invecchiamento non sia un processo inarrestabile.
Ci sono infatti alcune attività che possono ritardare, o almeno rallentare, l’invecchiamento del corpo e della mente. Molte regole sono note da tempo: non fumare, mangiare poca carne, fare attività fisica quattro volte a settimana.

La ricerca del dottor Thorvaldsson, condotta su 288 individui svedesi dai 70 anni fino alla morte, offre degli spunti nuovi, che smentiscono alcuni luoghi. Via, ad esempio, penna e cruciverba: l’enigmistica non migliora le capacità cerebrali ma le mantiene costanti. Da preferire, invece, è il gioco gli scacchi, ideale per allenare la mente perché stimola la concentrazione, il ragionamento e la fantasia.

Altro esercizio utile sarebbe studiare una lingua esotica, come il giapponese. A trarne beneficio sarebbe tanto la memoria, sempre in allenamento, quanto la capacità di ragionamento, chiamata a confrontarsi con lingue e culture diverse. Anche a livello fisico bisognerebbe osare di più: perché limitarsi a una semplice passeggiata nel parco quando si può imparare a fare il giocoliere? Un passatempo, certamente inusuale, ma dagli ottimi risultati per la coordinazione tra muscoli e cervello e per la capacità di reazione. Non guasta poi lo studio di uno strumento musicale, come il flauto o il pianoforte. E, per le donne, infine un buon caffè!

 

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