Monitorare regolarmente la glicemia dopo i 70 anni è fondamentale per prevenire rischi cardiovascolari, neurologici e renali. Un approccio personalizzato e il supporto medico costante sono la chiave.
Che valori deve avere la glicemia al mattino a digiuno?
Nei soggetti over 70 è generalmente accettabile una glicemia a digiuno compresa tra 90 e 130 mg/dL.
Valori oltre i 126 mg/dL su più misurazioni indicano possibile diabete.
Esiste un “diabete degli anziani?”
In un certo senso, sì.
Il diabete di tipo 2 è particolarmente frequente negli anziani e può manifestarsi anche senza sintomi chiari.
Richiede gestione quotidiana per evitare complicanze.
Cosa fare con la glicemia a 250?
Una glicemia a 250 mg/dL richiede attenzione immediata.
Potrebbe indicare un picco iperglicemico pericoloso, che va monitorato e trattato secondo indicazioni mediche.
Che valori deve avere la glicemia al mattino a digiuno?
Per le persone sopra i 70 anni, i valori di glicemia a digiuno (cioè misurati al mattino prima della colazione) devono restare entro un intervallo considerato sicuro e clinicamente controllato.
Secondo le linee guida delle principali organizzazioni sanitarie, per questa fascia di età:
- Glicemia normale: tra 90 e 130 mg/dL
- Glicemia alterata (prediabete): tra 100 e 125 mg/dL
- Diabete conclamato: superiore a 126 mg/dL (confermata in almeno due test separati).
(National Institute on Aging – “Diabetes in Older People”).
Tuttavia, nel paziente anziano, è spesso preferibile tollerare valori leggermente superiori a quelli degli adulti più giovani, per evitare episodi di ipoglicemia (bassi livelli di zucchero nel sangue), che possono essere più pericolosi.
Infatti, l’ipoglicemia è associata a un rischio aumentato di cadute, confusione, e persino eventi cardiovascolari.
Un obiettivo realistico e clinicamente valido per anziani che presentano un’omeostasi alterata, o comunque una difficile stabilizzazione della glicemia, è un valore a digiuno compresa tra 100 e 150 mg/dL, in accordo con le condizioni generali di salute e le comorbidità.
Esiste un “diabete degli anziani?”
La risposta è sì, ed è noto in ambito clinico come diabete mellito di tipo 2 dell’anziano.
Questo tipo di diabete è molto frequente nelle persone sopra i 65-70 anni, spesso diagnosticato tardi, perché i sintomi possono essere sfumati o attribuiti all’invecchiamento stesso.
Le caratteristiche principali del diabete negli anziani
- Insorgenza graduale con sintomi lievi (stanchezza, vista offuscata, urgenza di urinare spesso).
- Possibili complicanze neurologiche o cardiovascolari già presenti al momento della diagnosi.
- Polifarmacoterapia: molti anziani assumono già farmaci per pressione alta o colesterolo, il che rende la gestione del diabete più complessa.
- Maggiore rischio di ipoglicemia se trattati con insulina o sulfaniluree.
Diagnosi
Oltre alla glicemia a digiuno, il medico può prescrivere:
- Test della curva da carico orale (OGTT)
- Valutazione dell’emoglobina glicata (HbA1c): un indicatore medio dei valori glicemici degli ultimi 3 mesi. Il target per gli anziani varia tra il 7% e l’8%, in base alla fragilità clinica.
Cosa fare con la glicemia a 250?
Un valore di glicemia pari a 250 mg/dL rappresenta un picco iperglicemico significativo, anche in una persona anziana; in generale, costituiscono un limite oltre al quale si psosono verificare i tipici sintomi acuti (NIH – Blood Glucose Monitoring):
- poliuria (minzione frequente e aumentata),
- polidipsia (aumento della sete),
- visione offuscata,
- mal di testa,
- affaticamento,
- glicosuria.
Le possibili cause
- Saltare dosi di farmaci antidiabetici
- Alimentazione ricca di zuccheri o carboidrati semplici
- Infezioni in corso
- Stress acuto o traumi
- Mancanza di attività fisica
Cosa fare subito
- Verificare che si tratti di un valore attendibile (ripetere il test dopo qualche ora o con un secondo strumento).
- Bere acqua (se il medico lo consente) per aiutare a diluire la concentrazione di glucosio.
- Contattare il medico o il diabetologo per ricevere indicazioni su eventuali aggiustamenti terapeutici.
- Non assumere insulina di correzione autonomamente se non è previsto dal piano terapeutico.
Quando preoccuparsi
- Se il valore resta alto per più di 24 ore
- Se compaiono sintomi come sete eccessiva, nausea, vomito, confusione, respiro accelerato
Questi segnali potrebbero indicare una chetoacidosi diabetica, una complicanza potenzialmente grave che richiede assistenza ospedaliera urgente.
Conclusioni
Dopo i 70 anni, il controllo della glicemia diventa una componente essenziale per invecchiare in buona salute.
I valori target vanno personalizzati e stabiliti in collaborazione con il medico, tenendo conto:
- dello stato di salute generale
- delle patologie concomitanti
- della qualità della vita desiderata
Anche se una glicemia di 100-130 mg/dL è accettabile in molti casi, non si devono sottovalutare valori superiori a 180 mg/dL (American Diabetes Association), specialmente se persistenti.
Una gestione efficace del diabete negli anziani si fonda su:
- Educazione terapeutica continua
- Alimentazione equilibrata e adatta all’età
- Attività fisica regolare e compatibile con le condizioni fisiche
- Monitoraggio periodico della glicemia e dell’emoglobina glicata
Con un buon controllo glicemico, è possibile prevenire o ritardare gravi complicanze come ictus, infarto, insufficienza renale o decadimento cognitivo.
Fonti principali
- National Institute on Aging – “Diabetes in Older People”
- American Diabetes Association – Standards of Medical Care in Diabetes
- NIH – “Blood Glucose Monitoring”.
- https://www.my-personaltrainer.it/salute/quanto-dovrebbe-misurare-la-glicemia-dopo-i-70-anni.html