L’individuo è un soggetto complesso, composto da varie dimensioni che comprendono la sfera fisica, quella cognitiva, quella biologica, quella psicologica, quella economica, quella spirituale e quella sociale.
Con l’invecchiamento si assiste alla riduzione (a volte fisiologica a volte no) delle riserve funzionali di organi e apparati che espongono l’individuo ad un maggior rischio di malattia e di perdita funzionale. Quando l’organismo si trova in una condizione di vulnerabilità e di rischio che lo espongono ad un equilibrio instabile di fronte ad eventi negativi si parla di “fragilità”.

Il concetto di fragilità è stato oggetto di crescente interesse nell’ultimo trentennio anche in relazione al fenomeno della “transazione demografica” e, benché ampio spazio sia stato dedicato dalla letteratura scientifica a questo tema, non è stato raggiunto ancora un pieno accordo circa la definizione e i criteri più corretti per identificarli. Esiste invece accordo nel ritenerla uno stato biologico età-dipendente caratterizzato da ridotta resistenza agli stress, secondario al declino cumulativo di più sistemi fisiologici e correlato a conformità, disabilità, rischio di istituzionalizzazione e mortalità.

Nella letteratura scientifica è stata introdotta la definizione di “anziano fragile” per indicare una tipologia di anziano ed evidenziare una precaria stabilità delle condizioni cliniche con l’elevato rischio di complicanze a cascata che possono esitare nella perdita dell’autonomia funzionale o nella morte. Si tratta in prevalenza di persone in età avanzata, in genere maggiore di 75 anni, più frequentemente di sesso femminile, affetti da pluripatologia, ricoverati per eventi acuti e non di rado per riacutizzazioni di patologie croniche.

“La fragilità è uno stato dinamico che colpisce un individuo che sperimenta perdite in uno o più domini funzionali (fisico, psichico, sociale), causate dall’influenza di più variabili che aumentano il rischio di risultati avversi per la salute (Gobbens 2010)”. “E’una sindrome fisiologica caratterizzata dalla riduzione delle riserve funzionali e dalla diminuita resistenza allo stress, risultante dal declino cumulativo di sistemi fisiologici multipli che causano vulnerabilità e conseguenze avverse correlata a pluripatologia, disabilità, rischio di istituzionalizzazione e mortalità (Fried 2004)”.

Con l’invecchiamento si assiste alla riduzione delle riserve funzionali di organi e di apparati, che espongono l’individuo a un maggior rischio di “rottura” indotto da agenti patogeni o da modificazioni dell’equilibrio psicologico e della qualità di vita. Poiché le determinanti di questo processo sono molto diverse (biologico-cliniche o ambientali), è talvolta difficile identificare la fragilità e i suoi fattori scatenanti, sui quali intervenire, in senso sia preventivo sia terapeutico.

“La geriatria è la medicina della complessità e delle fragilità”.
Per chi si prende cura di un anziano, il concetto di fragilità è ritenuto particolarmente e clinicamente utile da parte dei professionisti della salute (medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali) in quanto facilità a spostare l’ottica da un approccio al paziente anziano centrato sulla malattia o sull’organo, ad una visione più integrata e olistica della salute, considerando e comprendendo tutte le sfere che caratterizzano il soggetto.
La fragilità può essere rappresentata come un vaso di cristallo, bello a vedersi e apparentemente integro ma pronto a rompersi al primo scossone.
 
Quali sono i segni che caratterizzano uno stato di fragilità?  In letteratura i segnali che possono far intendere che vi è un iniziale stato di fragilità sono cinque:

  • Perdita di peso;
  • Affaticamento;
  • Riduzione della forza muscolare;
  • Ridotta attività fisica;
  • Riduzione della velocità del cammino;

 

Perché è importante riconoscere la fragilità?
Occorre pensare sempre che la persona ultra 75enne possa essere un “soggetto fragile”. Il sospetto di condizione di “fragilità” può essere basato sull’osservazione e/o sulla narrazione della persona, raccogliendo le informazioni relative allo stato di salute, con particolare riferimento alla motricità, alla cognitività, alle abitudini alimentari e di vita ed alle funzioni sensoriali.
Diventa quindi importante poter individuare i segnali e i campanelli d’allarme, per poter intervenire tempestivamente.

Il progresso tecnico lascerà aperto un solo problema: la fragilità della natura umana.
Karl Kraus, Di notte, 1918

 

FONTE

 

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