I nonni sono da sempre una presenza cardine per la crescita dei nipoti. Eppure, oggi la loro figura è ben diversa da quella di un tempo: non solo per una questione di risorse da investire, ma perché spesso possiedono un’attitudine “giovanile” che li differenzia da quelli del passato. Ciò che invece è rimasto immutato è la loro importanza nella crescita emotiva e relazionale dei bambini.

In Italia cresce sempre più il numero di nonni-sitter: instancabili sostituti dei genitori che stravedono per i propri nipotini. Ma i nipoti come li vedono?

Studi recenti dimostrano che tra i bambini di età scolare, l’immagine che il nipote ha del proprio nonno è molto legata all’età del bambino stesso: tra i più piccoli la figura del nonno è particolarmente ricca di significati, simili a quelli dei genitori. Nelle età successive, invece, la figura del nonno sembra impoverirsi, sia da un punto di vista affettivo che strumentale, pur non arrivando mai all’abbandono o all’emarginazione. Solo a 10-11 anni le descrizioni acquistano un aspetto più evoluto perché contengono anche inferenze psicologiche e descrizioni legate al carattere dei propri nonni.

In generale, la dimensione che più caratterizza l’immagine del nonno agli occhi del nipote è la funzione filiativa: fare qualcosa insieme per il solo gusto di stare insieme. Liberi dall’obbligo di educare, i nonni possono preferire il piacere di stare con i nipoti rispetto al dovere, l’aspetto ludico rispetto alle regole. Spesso, infatti, sono proprio loro i primi compagni di gioco. Arricchiscono il processo di crescita dei bimbi e, in modo particolare, assumono una grande rilevanza in condizioni di assenza di uno o entrambi i genitori (lutti, separazioni, abbandoni), compensando e riscattando la sofferenza o il lutto subito. Questa dimensione è tanto più accentuata quanto più la figura del nonno non riveste un ruolo particolarmente autoritario.

Quali sono gli insegnamenti, e soprattutto i valori, che i più piccoli possono imparare dai nonni?

  • senso di tradizione
  • continuità
  • pazienza
  • rispettare i tempi
  • distacco dai genitori
  • indipendenza
  • socializzazione

Tra nonni e nipoti, generalmente, si sviluppa una relazione unica, magica e speciale dove imparare a crescere e a confrontarsi con la vita. Un nonno o una nonna trasmettono non solo un senso di tradizione, ma anche di continuità tra i vecchi insegnamenti ed i nuovi, in una sorta di “patto educativo”. I nonni, inoltre, possono insegnare a un nipote ad avere più pazienza e a rispettare i tempi di una persona “con una certa età”.

Andare a pranzo dalla nonna (e gustare i suoi manicaretti) in molti casi rappresenta una delle prime uscite senza i genitori sempre appresso: «La loro figura aiuta anche a garantire per i bambini un distacco dai genitori sereno: stare con il nonno e la nonna (senza attaccarsi quindi alle gonne della mamma) li spinge ad essere più indipendenti, e sviluppa la loro capacità di socializzazione».

I nonni sono sicuramente in grado di trasmettere affetto e fiducia ai piccoli nipoti, ma da recenti ricerche è emerso che esistono diverse lacune, dall’accudimento all’educazione, che dovrebbero essere colmate dal pediatra e dalle Istituzioni. È sempre difficile spiegare a una nonna devota come preferiremmo che il nostro bimbo venisse educato o accudito, che, per esempio, la nostra scelta è magari quella di non “avviarlo” a una religione e che sarà lui da adulto a decidere se vorrà credere o no. Oppure: non è sempre facile impedirle di ingozzarlo, se è una brava cuoca. Ma la cosa più importante è tenere presente che al centro sta il piccolo e non i legittimi desideri e le aspettative di tutti gli altri. È dalle loro tradizioni che nasce il confronto, la relazione, la voglia di conoscere la diversità di ciascuno e il patrimonio familiare che ci si porta in giro una volta cresciuti. Perché loro sono quelle radici, a volte impercettibili, dalle quali non ci staccheremo mai.

FONTE:

 

 

 

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