Un aneurisma cerebrale è una malformazione vascolare a carico delle arterie cerebrali che appaiono dilatate, di aspetto sacculare o fusiforme.

Dimensione e sede degli aneurismi cerebrali
Le dimensioni possono variare da pochi millimetri a lesioni definite “giganti”, di diametri maggiori di 2.5 cm. L’aneurisma cerebrale può interessare qualunque arteria cerebrale anche se con frequenza, e a volte sintomatologia, diversa.

Gli aneurismi cerebrali oltre che per le dimensioni e la sede possono essere divisi in due grosse famiglie:

  • Aneurismi cerebrali rotti: quelli che determinano il quadro dell’emorragia subaracnoidea
  • Aneurismi cerebrali non rotti: lesioni spesso riscontrate occasionalmente in corso di altri accertamenti

L’1% della popolazione è portatrice di aneurismi cerebrali, ma solo una minima quantità di questi darà segno di sé. L’aneurisma cerebrale è di frequente localizzato nella biforcazione dei vasi cerebrali, segno che la causa è spesso embriologica. Una volta formatosi la sua storia naturale è variabile.

Fattori di rischio
Diversi fattori modificabili e non modificabili possono contribuire all’indebolimento delle pareti arteriose ed aumentare così il rischio di aneurisma cerebrale e sua rottura. Tra di essi ricordiamo:

  • sesso femminile;
  • età avanzata;
  • abuso di alcool;
  • fumo;
  • obesità;
  • pressione alta (ipertensione);
  • indurimento delle arterie (aterosclerosi);
  • precedenti famigliari di aneurisma, soprattutto nei parenti di primo grado;
  • abuso di droghe, in particolare di cocaina;
  • lesioni e traumi alla testa;
  • determinate infezioni del sangue;
  • diminuzione dei livelli di estrogeno dopo la menopausa.

Anche alcune malattie congenite sono in grado di aumentare il rischio di aneurisma. Tra di esse ricordiamo:

  • disturbi ereditari del tessuto connettivo ad esempio la sindrome di Ehlers-Danlos, che indebolisce i vasi sanguigni;
  • rene policistico: si tratta di un disturbo ereditario che provoca la formazione di cisti nei reni e di solito fa aumentare la pressione sanguigna;
  • coartazione aortica: l’aorta, l’arteria che trasporta il sangue ricco di ossigeno dal cuore al resto dell’organismo, si restringe in modo anomalo;
  • malformazione artero-venosa cerebrale (AVM cerebrale): un collegamento anomalo tra le arterie e le vene cerebrali interrompe la normale circolazione.

Nella maggior parte dei casi l’aneurisma cerebrale rimane silente tutta la vita. Raramente aumenta progressivamente di dimensioni fino a dare sintomi da “effetto massa” (cefalea, compressione di nervi cranici con disturbi della motilità oculare, crisi epilettiche etc).

SINTOMI DI UNA ROTTURA DELL’ANEURISMA

Il sintomo più caratteristico di un aneurisma cerebrale, che si rompe, è la cefalea, o mal di testa. Si tratta di un dolore che non passa certo inosservato, in quanto è contraddistinto da insorgenza improvvisa e notevole severità. Spesso, viene definito dall’individuo colpito come il mal di testa più forte mai patito in vita.
Oltre alla cefalea, il paziente può lamentare:

  • Nausea e vomito
  • Torcicollo
  • Visione offuscata e doppia
  • Difficoltà a muovere gli occhi
  • Sensibilità alla luce
  • Epilessia
  • Palpebra cadente
  • Confusione
  • Difficoltà a muovere parte dei muscoli facciali

Ovviamente, a scatenare la sopraccitata sintomatologia è l’emorragia cerebrale. Essa dura pochi secondi. Tuttavia, questo breve lasso di tempo è sufficiente, perché il sangue fuoriuscito inondi le aree cerebrali circostanti, comprimendole e causandone la morte. Come si è già detto, l’emorragia più comune è quella che si verifica a livello dello spazio subaracnoideo.

I SINTOMI DI UN ANEURISMA CEREBRALE NON ROTTO

Gli unici aneurismi cerebrali non ancora rotti, che provocano una determinata sintomatologia, sono quelli molto grandi. Il motivo è semplice: un aneurisma di grandi dimensioni comprime il tessuto cerebrale e i nervi circostanti.
Il paziente, in questi casi, avverte:

  • Dolore sopra e dietro gli occhi
  • Pupille dilatate
  • Strani cambiamenti della visione visione doppia
  • Addormentamento, debolezza e paralisi dei muscoli facciali
  • Palpebra cadente

Una minima percentuale va incontro a rottura. Le dimensioni della sacca sono direttamente correlate al rischio di rottura. Un aneurisma cerebrale minore di 6-7 mm ha un rischio di sanguinamento/anno basso; se è invece superiore a 7 mm è generalmente da trattare.
Esiste quindi un territorio di “penombra” intorno ai 5-7 mm, nel quale risulta necessaria una attenta valutazione da parte del team neuro vascolare, che deve valutare il rischio in base a età del paziente, forma dell’aneurisma cerebrale, presenza di aneurismi cerebrali multipli e tolleranza del paziente all’idea di avere un aneurisma non rotto, aspetto da non sottovalutare.

Trattamenti

Spetta al neurochirurgo valutare se la lesione necessita di un trattamento o solo di osservazione. Il giusto approccio è la valutazione caso per caso, tenendo in considerazione età, sede della lesione e stato psicologico del paziente nei confronti della nuova patologia. Bisogna anche considerare che il trattamento di un aneurisma non rotto presenta nella maggior parte dei casi, rischi di morbilità e mortalità nettamente inferiori all’emorragia subaracnoidea che rappresenta una patologia aggiuntiva con tutta una serie di complicanze non correlate alla lesione vascolare, ma al sangue che “irrita” la superficie cerebrale.

Il trattamento neurochirurgico degli aneurismi non rotti è elettivo e presenta rischi contenuti in relazione alle dimensioni della sacca, della posizione della lesione e dell’età del paziente.

Se il team multidisciplinare ha espresso indicazione al trattamento le possibilità sono due:

  • Trattamento microchirurgico
  • Trattamento endovascolare

Il trattamento endovascolare non è un’alternativa a quello microchirurgico, ma una scelta di intervento vera e propria. Alcuni aneurismi infatti hanno un’indicazione alla chirurgia, altri al trattamento endovascolare. Sarà il team a valutare in base a ciascun caso il trattamento d’elezione.

Il trattamento microchirurgico consiste nell’escludere la sacca aneurismatica mediante il posizionamento di una o più “clip” (piccole mollette) a livello del colletto della malformazione. Viene eseguito con l’ausilio delle più moderne tecnologie:

  • Microscopio operatorio
  • Fluoroangiografia intraoperatoria
  • Monitoraggio Neurofisiologico intraoperatorio
  • Endoscopia 3D
  • Microdoppler intraoperatorio

QUANDO RIVOLGERSI AL MEDICO

Se non si interviene con prontezza e tempestività, la rottura di un aneurisma ha conseguenze letali. Pertanto, non appena si avverte un mal di testa anomalo, in quanto improvviso e molto forte, è bene non attardarsi e richiedere immediatamente soccorso.

 

 

FONTE

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