Quasi un farmaco su due non viene assunto in maniera corretta, seguendo la prescrizione medica. I motivi? Fra i principali la compresenza di più patologie, ma anche la scarsa comprensione, ragioni burocratiche ed economiche.

Terapie scambiate, saltate, non assunte regolarmente, interrotte prima del dovuto: secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità fino a un farmaco su due (dal 30 al 50% dei medicinali) non viene assunto in maniera corretta dal paziente, senza seguire le indicazioni del medico. Con la conseguenza che in Europa ogni anno migliaia di persone perdono la vita a causa di questa cattiva assunzione delle terapie. L’allarme è stato lanciato da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, organizzazione no-profit in ambito sanitario, che ha appena presentato un Rapporto dettagliato sul tema, cui hanno partecipato 13 Regioni italiane e 264 professionisti sanitari, contenente raccomandazioni e proposte per migliorare l’aderenza terapeutica.

I dati dell’Oms, già presenti in uno studio del 2011, sono stati successivamente revisionati in un’altra ricerca attraverso l’analisi di centinaia di studi pubblicati sul tema e confermati: solo la metà delle persone risulta assumere i farmaci in maniera appropriata e dal 30 al 70% commette errori o scambi involontari.

E gli effetti negativi sono tangibili: nel Piano nazionale delle cronicità, un piano del Ministero della salute che contiene tutte le indicazioni per gestire al meglio i malati cronici, le stime parlano chiaro: ci sono migliaia di morti all’anno per errori di dosaggio o assunzione dei medicinali, con un costo per i ricoveri pari a diversi miliardi di euro.

Insomma, bisogna migliorare l’aderenza terapeutica. Ma non è solo colpa del paziente che prende male i farmaci: fra i fattori che incidono maggiormente, spiega Cittadinanzattiva nel rapporto di oggi, vi è la compresenza di più di una malattia, soprattutto negli anziani.  Questi pazienti hanno un rischio doppio, rispetto ai giovani, di sviluppare patologie iatrogene, ovvero disturbi che insorgono in conseguenza dei trattamenti in atto. E’ appurato che persone di età avanzata, infatti, assumono più di 10 medicine al giorno. Molte persone anziane o ospedalizzate, ad esempio, assumono da 10 a 20 farmaci e un’alta percentuale di tutti gli effetti collaterali è dovuto all’interazione fra queste medicine.

Fra gli altri fattori legati alla mancata aderenza alle terapie, la scarsa motivazione del paziente o la frustrazione nel non percepire esiti e benefici dalle cure, ma anche la scarsa comprensione sulla terapia. Ciò conferma l’importanza della comunicazione medico-paziente sia nell’ascolto del malato sia per la spiegazione inerente i trattamenti che sta seguendo. La sottovalutazione dei sintomi e il conseguente ritardo nelle cure sono responsabili di circa il 75% dei casi di mancata aderenza terapeutica, secondo quanto riportato nel rapporto dalle associazioni di pazienti. Ma anche le difficoltà economiche e sociali incidono quasi nella metà dei casi, secondo le associazioni di pazienti, nonché motivi organizzativi e carenze nei servizi sanitari.

A fronte di dati così significativi dunque come si può agire? L’idea è quella di muoversi su vari fronti: potenziare la formazione (anche del caregiverfamiliare o meglio conosciuti come badanti), con competenze specifiche nel riuscire a gestire casi di polifarmacoterapia, ovvero pazienti che assumono un elevato numero di medicine. Dall’altro lato aumentare la comunicazione sulla patologia, sulla terapia e la sua durata e sulle tempistiche dei controlli è importante per rendere consapevole e partecipe il paziente e i familiari. Oltre alla comunicazione, anche l’informazione deve essere chiara: sarebbe opportuno, secondo il rapporto, evitare l’uso di sigle, di abbreviazioni e di vocaboli latini o stranieri (es. ½ cp die), al fine di aumentare la comprensibilità e ridurre il rischio di errori nell’assunzione.

Ma sarebbe necessario agire pure sul fronte della burocrazia, si legge sempre nel rapporto Cittadinanzattiva, diminuendo il carico legato alla prescrizione (ad esempio, il rinnovo piano terapeutico, la trascrizione dalla ricetta bianca a quella rossa ed altro) e accorciando le distanze da percorrere.

RICORDI ALESSANDRO

FONTI:

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