In questi ultimi anni ci sono due argomenti che spesso vengono trattati dai giornali e telegiornali locali e nazionali: la continua espansione tecnologica nei vari settori della vita quotidiana ed il problema della scarsa natalità e di conseguenza un aumento di persone anziane. Una delle nuove forme di finanziamenti e sovvenzioni riguardano quelle che vengono chiamate startup. Ci sono moltissime startup al giorno d’oggi e come tutte le aziende alcune vanno avanti e altre falliscono. Tra queste migliaia, è doveroso portare alla vostra conoscenza di una che ha un importante scopo ed obbiettivo.

Il progetto europeo MoveCare (formato dall’Università degli Studi di Milano, di cui è capofila, il team del Laboratorio di Sistemi intelligenti applicati – AIS Lab del dipartimento di Informatica “Giovanni degli Antoni” ed altri 14 enti), ha messo insieme i due problemi di cui sopra citati. Il progetto Internet of Things (IoT), Intelligenza Artificiale e robotica ha l’obiettivo, infatti, di migliorare la qualità della vita degli anziani che sono soli, favorendone l’indipendenza e rallentando o monitorando i processi di peggioramento cognitivo e fisico che avviene naturalmente in ciascuno di noi.

E come? attraverso un sistema vengono raccolte tutta una serie di dati sulla persona, come le abitudini in casa, le abilità cognitive, le funzionalità e le capacità motorie ed immagazzinati in un cloud.

Che cos’è un cloud? Per quanti non lo sapessero, il cloud è un sistema o uno spazio di archiviazione personale e quindi protetto da password sia gratuito che a pagamento che può essere accessibile e visionato in qualsiasi momento ed in ogni luogo utilizzando semplicemente una qualsiasi connessione ad Internet, tutto questo è stato creato per evitare ad esempio di dimenticarsi di portare le penne usb o dvd con dentro file importanti o per mantenere gli hard disk non troppo pieni.

Comunque, questi dati raccolti sulle varie abitudini ed attività delle persone anziane vengono poi analizzati da un’Intelligenza Artificiale che valuta eventuali peggioramenti e declini psico-fisici, suggerendo una serie di proposte personalizzate per ciascuna persona come per esempio la necessità di attività sociali, esercizi fisici, indizi sulla ricerca di oggetti smarriti in casa o persone da contattare. L’aspetto più importante e fondamentale da considerare è che essendo stata fatta una vera e propria analisi della persona, il programma diventa specifico ed in grado di settarsi di volta in volta quando si ha un progresso o un regresso in uno o in più settori che vengono analizzati. Inoltre, altro aspetto di notevole importanza è che è la stessa Intelligenza Artificiale che comanda ad un robot sociale di cercare un oggetto che l’anziano non riesce a trovare oppure di intervenire quando si verifica una richiesta di aiuto contattando direttamente i familiari o i numeri di pronto soccorso in caso di emergenza. E tutto ciò si ha senza richiedere modifiche all’abitazione né facendo indossare alla persona dispositivi.

Oggi come oggi il progetto è arrivato ad una fa avanzata e sta cominciando la fase di test che durerà all’incirca dieci settimane in cui verranno coinvolte complessivamente trenta persone anziane sole che vivono a Milano e a Extremadura (in Spagna). La fase di test consisterà nel dotare ciascuna persona di un kit di sensori “IoT” e di alcuni piccoli oggetti come ad esempio una palla anti-stress e plantari sensorizzati, un tablet, l’accesso ad una piattaforma digitale di esercizi da svolgere mediante giochi e infine alcuni microfoni per riconoscere senza errori le richieste di auto. Venti persone riceveranno anche un robot.

La partecipazione del Politecnico di Milano avverrà fin dalle prime fasi, infatti la struttura sarà responsabile della parte di monitoraggio con l’obiettivo di cogliere, raccogliere e analizzare i primi segni di declino fisico e cognitivo delle persone. Non a caso infatti l’utilizzo della palla anti-stress e dei plantari sensorizzati sono strategici, in quanto permettono di osservare possibili stati di debolezza, tremore, variabilità e lentezza del passo, senza cambiare le abitudini della persona stessa.

È ovvio che al momento non ci sia un modo efficace e definitivo per annullare lo stato di anzianità in una persona, questo coinvolge apparati interni nell’uomo troppo complessi e variabili, ma cercare un modo di rallentarne gli stati peggiorativi è da divulgare ed incoraggiare nella speranza che soluzioni come questa vengano portate avanti con successo.

Purtroppo, noi viviamo in una società in cui la popolazione invecchia con poco ricambio generazionale e questa non è probabilità, ma dati certi. Ma quello che stiamo vivendo è anche un minor ruolo del senso della famiglia e di condivisione, collaborazione e aiuto sociale. Questo rende tutti più soli ed in particolare la categoria degli anziani. Pertanto, ben vengano queste forme di aiuti tecnologici che possano offrire possibili cambiamenti in una persona stimolandolo ad una vita più attiva sia fisica che intellettiva.

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