Attenzione al fai da te. Ogni anno, nelle persone sane, un controllo della pressione va fatto dal medico.

La pressione nei soggetti normotesi deve essere controllata annualmente; nell’iperteso deve essere misurata periodicamente per consentire al Medico di impostare le terapie più opportune, poi una volta al mese.

Solo il medico può definire se una persona soffre di ipertensione e, sulla scorta delle sue condizioni generali, dell’età e dell’eventuale presenza di altri fattori di rischio cardiovascolari, è in grado di definire l’approccio terapeutico specifico per ogni singolo caso. Qualunque metodo di misurazione è utile, purché effettuato con rigore e senza apprensione o eccessiva compulsività.

Quante volte?

A scopo diagnostico, la pressione deve essere misurata più volte nell’arco di alcuni mesi, prima di decidere se iniziare un trattamento con i farmaci.Dopo inizio della terapia, la pressione deve essere misurata una volta alla settimana per verificarne l’efficacia ed eventualmente suggerire una modifica del regime terapeutico.
In caso di malessere, può essere misurata al bisogno, mentre è sconsigliabile un’automisurazione troppo insistita nell’arco della giornata o della settimana.

Quando è meglio misurarla?

In genere l’orario migliore è al mattino, per valutare l’effetto della terapia in corso, prima della nuova assunzione di farmaci.

Come va misurata?

Metodo auscultatorio: vengono utilizzati manometri anaeroidi che ormai sostituiscono quelli a mercurio. Il medico o l’infermiere applica il manicotto di gomma al braccio, tra l’ascella e la piega del gomito, e si posiziona il fonendoscopio, che trasmetterà all’orecchio i rumori generati dal passaggio di sangue nell’arteria. Si inizia la misurazione gonfiando il bracciale fino al punto in cui la pulsazione dell’arteria scompare ed il fonendoscopio non trasmette più alcun rumore.

Agendo sulla valvola presente sulla pompetta, si fa uscire molto lentamente l’aria dal bracciale. Quando la pressione nel bracciale sarà uguale a quella arteriosa, un po’ di sangue riuscirà a passare nell’arteria producendo un rumore: il primo rumore udito chiaramente corrisponderà alla PRESSIONE SISTOLICA (MASSIMA). Riducendo ulteriormente la pressione nel bracciale i rumori diventeranno inizialmente più intensi, quindi fino alla completa scomparsa: è questa la PRESSIONE DIASTOLICA (MINIMA).

Automisurazione: oggi sono disponibili apparecchi per la rilevazione semiautomatica della pressione con metodo oscillometrico. Dei numerosi modelli in commercio, la maggior parte utilizza un bracciale simile a quello dei manometri anaeroidi e offre misurazioni affidabili. Esistono anche dispositivi che effettuano la rilevazione della pressione al polso o al dito della mano, ma sono meno attendibili e sconsigliati per un impiego continuativo.

È bene specificare che Non è sufficiente il riscontro di una pressione elevata occasionalmente per parlare di ipertensione, ma sono necessarie ripetute misurazioni in condizioni ottimali. La valutazione andrebbe infatti eseguita nello studio medico a riposo (lo sforzo, così come lo stress, influisce sulla pressione), ricordando anche che i valori pressori tendono a salire durante la giornata e ad abbassarsi la notte.

Le nuove linee guida americane propongono sei diversi passi fondamentali per misurare correttamente la pressione, oltre a consigliare ai sanitari l’impiego di strumenti specifici (in particolare si riferiscono alle dimensioni del manicotto che si stringe sul braccio) in base alla struttura fisica del paziente.

  1. Il paziente va adeguatamente preparato, facendo passare un certo tempo prima della misurazione per rilassare la persona.
  2. Occorre che il medico impieghi sempre strumenti adeguati, a partire dalla misura del manicotto.
  3. È fondamentale che la misurazione pressoria non sia l’unico elemento da valutare, ma venga inquadrata nelle condizioni generali del paziente e nella situazione di rischio cardiovascolare.
  4. Occorre mantenere memorie, sia per il paziente che per il medico, dell’andamento dei valori pressori.
  5. Non ci si deve mai basare su un’unica misurazione: solo facendo una media dei valori riscontrati in diverse occasioni si può avere un quadro preciso della situazione.
  6. Il paziente deve sempre essere informato sull’evoluzione del quadro.

FONTI:

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