Nel mondo l’invecchiamento e il peggioramento delle condizioni di salute non viaggiano alla stessa velocità. In alcuni Paesi un’età anagrafica avanzata nasconde uno stato di salute di una persona più giovane. I disturbi legati all’età tipici di un individuo di 65 anni si manifestano infatti in momenti diversi: se in Giappone e Svizzera arrivano a 76 anni, in Papua Nuova Guinea si manifestano già a 46 anni. L’Italia è in buona posizione: a quasi 75 anni lo stato di salute è “più giovane” di circa dieci anni. Tra i Paesi con maggiori livelli di benessere nella terza età e quelli in cui lo stato di salute peggiora precocemente ci sono ben 30 anni di differenza. A osservare le variazioni del modo in cui si invecchia nel mondo è stato l’Institute for Health Metrics and Evaluation di Seattle (Usa).

“Le conclusioni mostrano che l’incremento nell’aspettativa di vita a età più avanzate può essere sia un’opportunità che una minaccia per il benessere generale della popolazione a seconda dei problemi di salute correlati all’età che si hanno indipendentemente dall’età anagrafica”, spiega Angela Y. Chang della University of Washington e autrice principale della ricerca.

Mortalità e disabilità

I ricercatori hanno preso in considerazione i dati dello studio Global Burden of Disease, che misura l’incidenza delle patologie in 195 tra Paesi e territori. In particolare, il team di ricerca ha calcolato il “carico di patologie correlato all’età” aggregando tutti gli anni di vita persi per la mortalità precoce e gli anni di vita produttiva persi per motivi di salute relativi a 86 patologie (di cui cinque trasmissibili) e sei cause di disabilità (come le cadute o le lesioni dovute a incidenti stradali). Già considerando questo parametro emergevano chiaramente delle differenze tra i cinque continenti. Per mettere a confronto però l’invecchiamento e la salute nei vari Paesi, gli autori dello studio, pubblicato su Lancet Public Health, hanno considerato i 65enni come gruppo di riferimento. Hanno poi stimato a quale età la popolazione di ogni singolo Stato presentava lo stesso tasso di patologie correlato.

Ictus e infarti tra le maggiori cause di mortalità

In questo modo è emersa un’interessante variazione nel modo in cui le diverse popolazioni invecchiano. Al primo posto si collocano giapponesi e svizzeri: qui gli anziani sono a lungo in buona salute e il carico di patologie del “medio 65enne” corrisponde a 76,1 anni, seguono Francia e Singapore dove questo parametro corrisponde a 76 anni mentre in ottava posizione si trova l’Italia con 74,8 anni. Fuori dai primi dieci gli Stati Uniti, con un livello più vicino all’età anagrafica: 68,5 anni. All’estremo opposto Papua New Guinea (45.6 anni), Afghanistan (51.6), Guinea-Bissau (54.5) e Micronesia (55). Dall’analisi dei dati sono emerse alcune importanti tendenze. Ad esempio, nel 2017 le popolazioni di 108 Paesi hanno avuto prova di una precoce manifestazione dei problemi di salute legati all’invecchiamento mentre in 87 Stati questa è stata più rallentata. Inoltre, i tassi di patologie correlate all’età si riducevano in tutte le regioni del mondo tra il 1990 e il 2017. Infine, le malattie associate a più decessi e a più anni di vita persi per mortalità e disabilità erano, globalmente, le malattie cardiovascolari e la bronco-pneumopatica cronico ostruttiva.

 

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